Cinque motivi per cui tutti vogliono raccontare la propria storia
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Cinque motivi per cui tutti vogliono raccontare la propria storia

Cinque motivi per cui tutti vogliono raccontare la propria storia

Cinque motivi per cui tutti vogliono raccontare la propria storia

Un senso alle proprie esperienze

La narrazione di storie è un fenomeno esistente sin dai tempi più antichi, basti pensare ai disegni rupestri sulle grotte, prima dell’avvento della scrittura. Trasmesse oralmente o per iscritto, mediante libri o al giorno d’oggi audiolibri o ebook, hanno da sempre caratterizzato l’umanità. Si costruiscono racconti, in modo individuale o collettivo, per dare un senso alle proprie esperienze.

Non sorprende che sempre più persone desiderino raccontare le proprie storie. Con Testi ad Hoc, abbiamo notato un notevole aumento di chi ci chiede di prestare i nostri servizi per scrivere la propria autobiografia, la storia di famiglia, la biografia di un parente, oppure anche vicende inventate, partite però da fatti veri o ispirate a persone reali.


Abbiamo cercato di isolare cinque motivi che portano molte persone a voler raccontare la propria storia, convinti comunque che l’elenco non sia esaustivo.

Funzione sociale

Non è possibile presentarsi al mondo senza narrarsi. Partendo da questo assunto, è facile capire come il racconto abbia una funzione sociale. La condivisione di vicende è un collante e una caratteristica delle varie culture, capace di dare vita alle società. Da qui si spiega come mai le tradizioni e i miti sono parte importante di ogni società, tramandate da una generazione all’altra.

Sono infatti la base dell’identità, capaci di portare a un senso di appartenenza cui l’uomo, animale sociale per eccellenza, non può fare a meno. I racconti che vanno a formare la base culturale di una popolazione o di un gruppo di persone hanno influenze sulla mentalità e sul comportamento di chi le assimila.


Autoanalisi e comprensione della realtà


Raccontare le proprie vicende non è un atto indirizzato solo agli altri. Spesso si sente la necessità di rielaborare per iscritto il proprio vissuto e i propri ricordi per sé stessi, per avere la possibilità di osservarli e comprenderli, È noto quanto attraverso il vissuto, in particolare quello nel periodo dell’infanzia, si possa spiegare il carattere e il modo di essere. Sviscerare traumi e fatti accaduti può essere una fondamentale chiave per risolvere e guarire nodi e ferite, migliorando anche il presente. Se ci si riflette, anche la psicoanalisi parte dal racconto e dall’indagine di sé.


Protagonismo


È innegabile che quello che stiamo vivendo è un periodo storico fortemente caratterizzato dal protagonismo. Raccontare la propria storia, oltre ai social e alla tv, è un altro modo per apparire. Questo può essere uno dei motivi che spinge a raccontarsi. Sperando, probabilmente, di ottenere dalla propria storia (o da quella che si inventa) fama e, perché no, successo economico.

Regalo alla famiglia e bisogno di unità


Sono anni in cui le famiglie si disgregano. Aumentano i divorzi, le persone che crescono da sole i propri figli, gli anziani che purtroppo vengono trascurati. Il Covid e la lontananza forzata hanno fatto riflettere molte persone sull’importanza degli affetti. La voglia di raccontare la propria vicenda e quella della propria famiglia può nascere anche da un rinnovato bisogno di unità e di vicinanza, oltre che di riconoscimento e di appartenenza.

Spiegare la realtà e esemplificarla


Da sempre uno dei motivi che spinge a raccontare storie ai bambini, soprattutto le favole, è quello di esemplificare la realtà e spiegarla. Attraverso metafore, li si introduce alla comprensione della vita. Quando si vive una determinata situazione, si ha sovente la credenza che essa possa essere unica e interessante e che possa portare degli insegnamenti alle persone esterne, pur se a volte non riescono a essere di impatto su altri.

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